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"Carlo Ceresa, il quale andrebbe chiamato il Carlo del Brembana, se n'è restato, autonomo e tetragono, per tutta la vita, chiuso su in valle, con una ben precisa coscienza che là, e solo là, avrebbe potuto metter su la sua indimenticabile "banda" del paese". Le parole ispirate di Giovanni Testori chiariscono il forte radicamento territoriale del maggiore artista bergamasco del diciassettesimo secolo. Sopravvissuto all'ondata di peste del 1630, Ceresa inizia una prolifuca attività come pittore di pale d'altare, distinguendosi al contempo per le abilità di ritrattista. Il volume ripercorre la sua decennale produzione sacra, compresa tra la Pietà coi Santi Rocco, Pietro, Antonio da Padova e Sebastiano di Fuipiano al Brembo (1628) e l'Annunciazione e l'Angelo Custode tra i Santi Serafino e Giorgio di Ardesio (1674). Sono state selezionate venticinque località bergamasche che custodiscono sue opere, molte delle quali ancora oggi inserite nel loro contesto originario.